Colorado 2014

Giorno 2 e 3

Questi ultimi due giorni sono stati intensi di emozioni e pieni di informazioni. In tutto abbiamo 3 istruttori senior che a loro volta hanno alcuni istruttori Junior come assistenti. Devo dire che è un bel team e che sono veramente preparati. Ieri abbiamo avuto un seminario su l’uso del rope da 14 metri, come usarlo senza farsi del male, come ripiegarlo e soprattutto come usarlo con il cavallo. Poi un seminario sull’agopuntura applicata al cavallo e nel pomeriggio una splendida sessione di freestyle sull’uso delle redini nell’arena grande (che si chiama così anche sulla mappa del rach perchè è veramente grande) così a occhio e croce potrebbe essere qualcosa come 120 metri per 120 metri. Ryan Rose mi ha dato alcuni preziosi consigli sul mantenimento del canter con JB e Margit su come migliorare le sue linee dritte e non cadere di spalla.

Stamani abbiamo iniziato le sessioni di coaching anche chiamate “Remuda”, la parola remuda viene dal nome dato ai piccoli gruppi di cavalli usati tutt’ora dai cowboy negli spostamenti delle mandrie di bestiame. Ogni cowboy ha circa 6 cavalli a disposizione per lo spostamento della mandria, il numero cambia in base alla distanza da percorrere che a volte può essere anche di qualche centinaio di miglia e che può essere coperta anche in un mese di viaggio. Ogni giorno il cowboy cambia il proprio cavallo con uno “fresco” ed in alcuni casi, se ancora giovani o affaticati dal lavoro il cowboy può anche cambiarne due o tre nella stessa giornata. I Remuda dei cavalli vengono spostati da una persona che viene chiamata Wrangler e che ha il compito di tenere giornalmente il più vicino possibile alla mandria appunti i gruppi di cavalli da usare.

Così l’attività di riunione in piccoli gruppi di studenti è stata chiamata Remuda in onore del lavoro svolto da queste persone. Durante il Remuda il coach assegnato, ne mio caso Michelle, chiede a ciascuno degli studenti quali sono  gli obiettivi che vuole raggiungere nella settimana e chiede poi di dividere l’obiettivo nei giorni a disposizione in modo da fare ogni giorno giusto un passo in più ma nella direzione giusta. Il coach è una specie di guida che in maniera simpatica ti fa dire da solo quello che devi fare ed in un attimo ti sei fatto il programma della settimana.

Dopo il Remuda abbiamo avuto un seminario di liberty nel tondino con Michelle che ci ha illustrato come preparare, insegnare e rilassare il cavallo in questo savvy. Poi è venuto il nostro momento ed abbiamo potuto provare quanto appreso. JB è stato veramente fantastico ed abbiamo trovato subito la connessione giusta, la nostra sessione è stata breve ma intensa al punto giusto tanto che ho ricevuto i complimenti del nostro coach e di altri due istruttori. E’ stato veramente divertente. Nel pomeriggio dovevamo avere una sessione di freestyle nell’arena grande ma non appena terminato il mio warmup,  il temporale quotidiano che qua ogni giorno scarica un po’ d’acqua, quando in un posto, quando in un altro, ha deciso di passare sopra il ranch Parelli e siccome i fulmini era tanti e troppo vicini l’istruttore capo ci ha fatto correre a riporre i cavalli ed il resto del pomeriggio lo abbiamo passato ad un seminario di balance and fell con simulazioi varie di cosa sente il cavallo in base alle nostre posizioni e quindi un seminario di horsemanship tenuto da Ryan su come organizzare lo sviluppo del cavallo attraverso i savvy ed i livelli. Giornata faticosa ma non sono mancati i momenti divertenti come quando sono andato a mangiare alla mensa all’ora di pranzo ma a causa di vari problemi sono arrivato tardi e a fare la fila eravamo solo in due io e Pat, davanti a me. Lui si è girato e mi ha salutato, ha voluto sapere il mio nome e da dove venivo, poi abbiamo continuato a camminare riempiendo i piatti di cibo e siccome c’erano rimasti pochi posti a sedere mi ha detto di sedermi accanto a lui. Durante il pranzo abbiamo parlato delle sue origini italiane e di altre cose. E’ stato veramente amichevole. Poi lui ha finito prima di me e se ne è andato salutando tutti cordialmente ed al suo posto si è seduto suo figlio Caton che avevo conosciuto qualche giorno prima e così ho iniziato una nuova conversazione. Il mio inglese sta migliorando, ogni giorno imparo nuove frasi e soprattutto prendo un po’ più di padronanza nell’esprimermi. Il problema più grande è che qui ci sono persone che arrivano da stati diversi e che hanno accenti anche molto diversi tra loro e quindi spesso, fino a che non ho fatto nuovamente l’orecchio al nuovo accento, non riesco a comprendere cosa mi dicono. Ora sarà meglio che spenga il computer e vada a letto, domani ore sei sveglia. Buonanotte!

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