Colorado 2014

Giorni 9 e 10

La stanchezza comincia a farsi sentire, 12 ore al ranch di cui 10 tra montare i cavalli, giocarci on line, studiare teoria e prendere appunti durante le demo è affaticante più del previsto. Se ci mettiamo poi anche la lingua sicuramente la situazione non migliora.

In questi ultimi due giorni la tensione era nell’aria, oggi avevamo la preparazione hai test teorici che probabilmente faremo la settimana prossima e soprattutto ci hanno dato la valutazione di metà corso, per passare devi avere almeno 76 punti altrimenti non puoi venire ammesso al corso istruttori. Io insieme ad Irene ed altri siamo passati ma alcuni di noi no , principalmente per motivi legati a come tieni l’attrezzatura o per l’integrazione nel gruppo. Guardano molto alla collaborazione, alla teamship come la chiamano qui.

Loro partono dal presupposto che per insegnare devi essere un comunicatore e per farlo non puoi pensare di startene in disparte, non metterti in gioco perché hai paura di sbagliare.

Indubbiamente una parte della valutazione va anche all’horsemanship e molti di noi, avendo il cavallo in affitto, non hanno avuto molto tempo per crearci un rapporto ma gli istruttori sono sicuro che ne tengono conto. A me hanno fatto i complimenti per come sono riuscito a creare questo legame con JB in così poco tempo e questo mi ha fatto molto piacere anche se buona parte del lavoro l’ha fatta JB. Probabilmente si trova molto bene con me.

Stasera alle 17.30 avevo appuntamento con il pareggiatore che qui, ho scoperto, chi ferra pareggia anche. Io non sono molto d’accordo perché il pareggio è diverso tra chi deve portare i ferri e chi no. Però non è il mio mestiere e preferisco non entrare nel merito. Petra, la padrona di JB, mi ha detto di trovarmi alle scuderie degli studenti di externship dove ci sarebbe stato il ferratore ad aspettarmi. La scuderia degli externship è molto distante dagli edifici Principali e quindi ho chiesto il permesso agli istruttori di andarci a cavallo, visto che farmi un chilometro a piedi per le colline non mi entusiasmava molto. Ovviamente non hanno fatto problemi anche perché sanno benissimo che, con JB, già la settimana prima del fast track io me ne andavo in giro per i boschi da solo.

Ci ho messo un po’ ad arrivarci anche perché ho dovuto attraversare una mandria di mucche che stavano brucando sulla collina e non potevo assolutamente muovermi al trotto altrimenti le avrei spaventate. Ah per chi mi conosce più da vicino, posso dire che anche questa volta c’era il solito toro ma per fortuna sono riuscito a scansarlo, almeno questa volta.

E’ un ragazzo sulla trentina Travis, non molto alto ma dalle mani forti e sformate dovute sicuramente dal duro lavoro. Mi saluta e mi dice in un americano molto biasciato che sono in perfetto orario. Mi dice di accomodarmi e che preferisce che gli toga la sella. Io tolgo la sella e consegno il cavallo ad un signore sulla cinquantina con una specie di reggi occhiali fatto di cordino che gira intorno alla testa e dietro forma un fiocco molto buffo. Non so chi è il maestro e chi l’allievo ma so solo che quando ho dato JB al secondo uomo la testa gli è andata alle stelle come se nella mano ci avesse avuto la corrente elettrica. Poi lo ha portato dentro una sorta di garage grande aperto sulla meta di un lato.

Dai lati del garage penzolavano due lunghine molto sottili con in fondo un moschettone ciascuna. L’uomo con il reggi occhiali buffo prende la prima lunghina  e la aggancia alla testiera di JB, poi prende la seconda e la aggancia all’altra parte della stessa testiera per legarlo, come si dice in gergo, ai due venti. Purtroppo JB non è stato molto d’accordo ed il fatto di stare lontano da me sicuramente no lo ha aiutato. Ruotando su se stesso ha messo in tensione la prima lunghina che dopo qualche attimo è saltata via come fosse di seta. JB è caduto a sedere in terra ma si è sporcato solo un po’ il fondo schiena. A quel punto, mentre l’uomo cercava di reggere JB con l’altra lunghina, sono intervenuto io avvicinandomi e JB si è subito calmato, poi  ho chiesto che non lo legassero e mi facessero stare lì mentre gli sistemavano i piedi. Non hanno fatto problemi.

JB ha la testa bassa annusa in terra, è rilassato e la lunghina forma una piccola spirale di fronte ai suoi piedi. Non lo sto tenendo, è sciolto ma no si sposta di un centimetro. Io sto parlando con Travis, gli sto chiedendo come pareggiano chi fa barefoot e chi invece usa i ferri, ma non mi posso spostare troppo perché appena mi vede sparire dalla sua visuale JB si agita. Tutto dura pochi minuti, poi saluto Travis dopo avergli dato 50 dollari e metto di nuovo la sella a JB che intanto ha ripreso il suo comportamento di sempre, connesso, ubbidiente e appiccicato a me ogni istante. Rimonto e mi dirigo di nuovo verso le nostre scuderie, oltre la collina dove trovo nuovamente la mandria di mucche ad aspettarmi. Il corso che ho fatto con Gigi Pini per imparare a lavorare con i vitelli mi è servito e sono riuscito a passare nel mezzo ai vitelli senza farne spostare neppure uno, beh a dire il vero uno sì, dormiva in terra avanti  me ed io dovevo passare per forza tra due vitelli e quindi ho  dovuto puntare il nsao di JB nella sua direzione, era a circa venti metri da me ma sono animali così sensibile al focus che appena ho girato il naso del mio cavallo il vitello si è alzato. E’ una bella sensazione quella di sapere cosa fare anche in queste situazioni così inusuali per noi Italiani.

Che devo dire ancora, le due giornate di ieri e di oggi sono state molto interessanti, ieri abbiamo fatto una simulazione di colt start (doma puledri) ed oggi abbiamo lavorato in finesse sul soft touch ed il soft feel. E’ stato bellissimo sentire che JB preferisce di gran lunga questo savvy che freestyle perché essendo destro come horsenality sentirsi guidato in maniera più diretta lo rasserena.

Qui sotto vi metto qualche foto che ho scattato in questi due giorni.

Buonanotte !

Ah dimenticavo, domani mi aspetta un play day dove tutti i noi dovranno far vedere quello che valgono a cavallo perciò continuate a seguirmi non mancherò di raccontarvi come è andata.

 

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